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Il sindaco di Finale Emilia, Claudio Poletti, e il vicesindaco Michele Gulinelli hanno presenziato, ieri, a Marghera, all'iniziativa organizzata dal Moto Club Spinea per commemorare e ricordare il campione motociclistico finalese Libero Borsari scomparso l'11 maggio 1952 durante le prove del 1° Circuito delle Industrie di Porto Marghera.
La ventesima edizione del Memorial Libero Borsari, promossa dal Moto Club Spinea in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Venezia e Municipalità di Marghera, presente con la consigliera delegata Maika Canton, ha visto la consueta sfilata di moto d'epoca e un momento celebrativo sul luogo del tragico incidente, dove da diversi anni è stato eretto per volontà del Moto Club Spinea un monumento in ricordo di Libero e di tutti i motociclisti che hanno perso la vita.
Inoltre, nell'ambito delle inziative organizzate dal club motociclistico veneziano in memoria di Libero Borsari sono state proposte, come ogni anno, mostre fotografiche e di pittura, oltre a conferenze sulla sicurezza stradale.
Riportiamo di seguito il ricordo di Libero e i ringraziamenti del sindaco Claudio Poletti agli organizzatori della manifestazione:
"È una giornata particolare oggi: le sensazioni e i sentimenti sono in certi momenti contrastanti, c’è la commozione che inevitabilmente questo luogo e questo giorno portano con sé; c’è la gioia di incontrare e conoscere persone così sinceramente appassionate al motociclismo e colleghi amministratori di una comunità molto più vasta e sicuramente problematica di quella da cui provengo; c'è lo stupore, quasi l’incredulità di vedere come un ragazzo di venti anni appena, scomparso tragicamente 73 anni fa, qui e in questo giorno, sia ancora capace di tenere unite tante persone di età e provenienze diverse.
Ma in fondo era forse proprio questo il segreto di Libero Borsari, un angelo biondo che – come è scritto sulla lapide che lo ricorda al cimitero di Finale Emilia – “amò la velocità oltre la vita”.
Libero Borsari sarebbe sicuramente diventato un campione, i suoi successi avrebbero preceduto di qualche anno quelli di piloti del calibro di Giacomo Agostini e Renzo Pasolini di poco più giovani di lui.
La sua carriera fu, purtroppo, breve, quasi fulminante, ma tale da lasciar intravedere la stoffa del vincente e da renderlo indimenticabile soprattutto per la sua città, Finale Emilia, ma non solo, evidentemente, se oggi siamo qui a Marghera a ricordarlo a tanti anni dalla sua scomparsa.
È quasi incredibile come i suoi successi prima e il suo ricordo dopo siano stati capaci di tenere unita la popolazione finalese.
Ci fu una gara, a Montichiari, il 1° maggio 1951, per seguire la quale partirono da Finale Emilia ben 10 pullman stipati di gente, senza contare le auto al seguito, per dire dell’amore e della passione che accompagnavano Libero.
Amore e passione che Libero si era guadagnato non solo sui circuiti e per meriti sportivi, ma anche per le sue qualità umane, la sua disponibilità, il suo sapersi far voler bene da tutti.
Anche per questo, ancora oggi il suo ricordo è vivo, limpido e cristallino, come era lui. Non c’è un aneddoto, un pensiero, un racconto che riguarda Libero che non sia colmo d’affetto. Sono passati 73 anni da quando non c’è più e posso affermare con certezza che sono passati senza che mai nessuno abbia, non dico sollevato un’ombra, ma nemmeno speso una parola appena negativa nei suoi confronti. Ne sono testimoni i suoi familiari - che saluto e ringrazio – che ne hanno coltivato il ricordo con così tanto amore.
Grazie a tutti voi per avermi regalato questa bellissima giornata che porterò nel cuore insieme al ricordo di Libero Borsari.
Grazie soprattutto a Luigino Faraon e al Moto Club Spinea che, dall’osservazione di una lapide semiabbandonata in una via periferica e da bravo motociclista, ha seguito prima la strada della curiosità, per sapere a cosa si riferiva, poi quella del cuore, scoprendo l’incredibile storia di Libero.
Grazie per averne tenuto amorevolmente vivo il ricordo in tutti questi anni".
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Ultimo aggiornamento: 12-05-2025, 13:57